martedì 17 marzo 2009

Sorprese

Capitolo sette
Ma che è una mania questa?!?!? Ma è modo, dico io, di suonare alle 7 di mattina?
Per una volta che posso dormire, accidenti!!! Non ho nemmeno lezione e mi tocca svegliarmi all’alba comunque! Chi sa chi è ora… Di sicuro quel povero Pietro sarà ancora impegnatissimo a parlare con metà della mia facoltà. Peccato.
Vado ad aprire vestita come sono: tuta da casa e calzette con l’orsacchiotto…. Tanto ormai, mi hanno vista in tutti i modi: non mi fa più caldo né freddo cosa possano pensare di me. Inoltre scommetto che la vicina bisbetica ha visto la macchina della polizia parcheggiata fuori di casa. E pensare che fin’ora ero riuscita a nascondere le mie passeggiate notturne….
Che strano: al videocitofono non si vede nulla. Aspetta, sembra che ci sia un’ombra…
Non è che mi fidi molto. Chiamo il cane, più per abitudine che per sicurezza. Lei scende più in fretta del solito, sembra quasi contenta. Esco di casa dalla portafinestra che dà sul giardino: pensare che una volta le dame lo facevano per guardare e non farsi vedere, io lo faccio solo perché sono due giorni che ho una dannata paura praticamente di qualsiasi novità. Che sia la coscienza sporca? Eppure dormo benissimo io, almeno se mi lasciano dormire, accidenti!
Il cane mi passa in fianco uscendo felice, poco ci manca che mi mandi addirittura a terra. Torna altrettanto in fretta, correndo come una matta. Mi preoccupa un po’ questo cane: dà davvero confidenza a chiunque. E per di più io vado a fidarmi delle sue reazioni, fessa che sono. Torna contenta con un peluche nuovo: chi mai gliel’avrà dato? Non mi piace che prenda in bocca qualsiasi cosa le venga offerto da dietro il cancello.
L’orsacchiotto è bellissimo, morbido e nuovo, il profumo ancora di negozio. Sarà grande come la mia testa almeno. Speriamo che non ci sia niente di pericoloso.
Lo appoggio sul tavolo in giardino e vado al cancello. Ora più che spaventata sono davvero furiosa: ma è modo? Da quando in qua si regalano orsacchiotti dandoli in bocca al cane?
Davanti al cancello non c’è più nessuno: solo un sacchetto di carta sotto al cancello in ferro battuto. Ma insomma!!! Se è uno scherzo non è carino. Ti pare che proprio ora che non frequento nessuno dal nulla devono apparire mille sorprese da innamorati?
Apro il sacchetto: un profumo di briosche appena sfornata riempie l’aria. Ad un dolce caldo di mattina non si dice mai di no. Addento il profumo come fosse un uomo e non riesco proprio a capire chi può essere il famoso corteggiatore, sempre che corteggiatore sia e non sia uno dei mille pazzi scatenati che riesco sempre a colpire.
Ma che è ‘sta cosa? Ho morso un pezzetto di carta, quasi a rischio di mangiarlo! Se scopro chi è il simpaticone non so cosa gli faccio. Ci manca pure che ci abbiano messo il gutalax oltre al biglietto…
“un dolce risveglio visto che non potrò rivederti a breve. L’orsacchiotto è a prova di bambino, quindi il cane non può soffocarsi con l’imbottitura. A proposito, non mi ricordo come si chiama. Dovrei anche dirti che Fabrizio Tempo è stato rilasciato per insufficienza di prove e che non passeggerei nelle vigne la notte se fossi in te.”
Ottimo: ci mancava anche questa. Chiusa in casa perché un forse assassino potrebbe forse sapere che forse ho detto qualcosa su di lui. Sarà davvero pericoloso?
A me non sembra: più che altro indisponente, ma pericoloso no di certo. Chi vivrà vedrà. Bisogna vivere però.

sabato 14 marzo 2009

omino del tempo: continua?

Mai e poi mai avrei pensato che una persona così incostante e scortese potesse essere elogiata tanto. E da chi poi? Dai suoi stessi alunni che lo insultavano fino a pochi giorni fa!

Come me, altri erano stati bocciati, come me, altri si erano sentiti dire cose irripetibili, come me, altri gli avrebbero fatto di tutto per fare in modo che non potesse più muoversi da solo sulle sue gambe.

E ora? Ora tutti a considerarlo l’esempio dell’università italiana, tutti ad amarlo, tutti a cambiare la maschera.
Se il caro ispettore di polizia deve andare a fare domande a tutti come ha fatto a me, non se la può cavare in meno di una settimana.

Il che significa che difficilmente tornerà presto a salutarmi.
Peccato.

Però nemmeno il mio canuto omino del tempo dovrebbe tornare ad infastidirmi per un po’. Ma che sia vero? Che l’abbia davvero ucciso lui? Non ci credo: troppo debole per fare a pezzi un uomo. Forte nello spirito però.

Mi manca. Autoritario, severo, terrificante. Eppure mi manca. Chissà perché. Forse perché rappresentava le parole nascoste della mia coscienza.

O forse perché siamo gli unici due matti che viaggiano per campi alle una di notte.

Inutile rimanere qui davanti ad una finestra vuota, in ogni caso. Oggi non passerà.
Tanto vale andare a letto anche se manca mezz’ora: mezz’ora in più di sonno non fa male